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Prince

“Nel 1911, ad un torinese, certo Vittorio Carena, di buona famiglia locale, ventenne, studente di legge, non ancora guarito da una ferita al ginocchio buscatasi in un accidente di caccia, venne la fantasia di …motorizzarsi, costruendo, prima una motocicletta con motore MAG, frizione Torresini, poi delle piccole automobili di tipo popolare, allora inesistenti in Italia.”
Questo viene riportato negli scritti conservati nel Centro Documentazione del Museo Nazionale dell’Automobile.
Si tratta del progetto per realizzare una piccola vettura con motore a 4 cilindri di 1200 cc, fornito di un cambio epicicloidale ideato da un certo Mario Riva. Il montaggio delle varie parti avvenne in una piccola officina, attrezzata allo scopo da Carena, in corso Cairoli 10 a Torino.

Durante la Prima Guerra Mondiale l’officina meccanica venne utilizzata per costruire in serie vari utensili, tra cui le morse parallele Prince, fornite in quantità all’Aviazione Militare. Cessata la guerra Carena ampliò e perfezionò il suo originario progetto di costruire vetturette leggere, grazie anche ai finanziamenti che nel frattempo aveva reperito. Nacque così nel 1921 la Società Automobili Costruzioni di V. Carena & Mazza ed i modelli prodotti furono denominati “Prince”; la sede e l’officina vennero trasferiti nei più ampi locali di via Pisa 15 sempre a Torino, vicino a dove oggi ha sede lo IAAD (Istituto d’Arte Applicata e Design). Inizia ufficialmente la produzione della “Vetturetta Prince”, la cui originalità sta nel fatto che essa occupa una posizione intermedia tra la vettura vera e propria e la vetturetta come è stata finora realizzata in Italia.
La Vetturetta o “Lightcar” era diffusissima negli anni Venti nei paesi anglo-sassoni, perché rispondeva ad una vera necessità sociale.
Della vettura tradizionale la Prince ha la linea, l’eleganza, la velocità, la comodità, il motore a 4 cilindri; della vetturetta ha la leggerezza, la sveltezza, la semplicità e soprattutto l’economia di costo, di consumo e di manutenzione, e non era poco!!

Le Prince furono costruite in due serie distinte: la prima, il Tipo 19, disponeva di un quattro cilindri monoblocco di 1460 cc a valvole laterali, che diede buoni risultati nei collaudi e nelle vendite. Le ordinazioni affluirono numerose persino dall’estero e si organizzarono le prime esportazioni.
Nel 1922 comparve la seconda serie con i tipi 20 e 22 che presentavano un incremento nel numero dei giri e nella potenza del motore. Il primitivo prezzo, stabilito, come troviamo scritto, “con giovanile baldanza” in £. 2.800 per la prima serie, venne portato ad oltre £. 20.000 per la seconda serie. I disegnatori e progettisti furono diversi, coordinati dallo stesso Carena ed intanto i soci aumentano, convinti del prossimo buon esito, sia dal punto di vista tecnico che da quello commerciale.
Il sogno imprenditoriale di Carena era destinato a durare poco purtroppo: le agitazioni sindacali, le occupazioni delle fabbriche, la passività del Governo misero a dura prova l’azienda. Lo stabilimento Prince fu danneggiato pesantemente, le vetture in costruzione sabotate, alcune macchine vennero persino prelevate per trasportare bombe, il capo-officina fu ucciso tornando a casa e così tutto si arenò, comprese le consegne da parte di vari fornitori. I soci spaventati da questi fatti sospesero il versamento delle quote promesse ed anche le banche bloccarono i finanziamenti; Carena, che, a differenza degli altri soci, aveva versato tutto il denaro di cui disponeva, dovette arrendersi e cessò l’attività nel 1923.

Nella sua breve vita la Prince ha lasciato una traccia importante per lo sviluppo dell’idea di automobile economica, quella che diverrà ai giorni nostri l’utilitaria, la city car. Già a quei tempi l’automobile condiziona in modo sempre più pesante la vita quotidiana, deve quindi assumere una maggiore varietà di attitudini a seconda delle condizioni di chi la usa e delle funzioni che è chiamata a esercitare. Carena presta così ascolto alle esigenze della sua epoca e cerca di trovarvi una soluzione.
La Prince, fin dalle prime costruzioni, associò i concetti di semplicità ed economia costruttiva con quelli di comodità e di meccanica razionale propri dell’automobile vera e propria.

“I risultati ottenuti da questa vetturetta in numerose e note prove e lo sviluppo sempre crescente della sua fabbricazione dimostrano che essa può a buon diritto considerarsi fra le migliori del genere e come rispondente ai desiderata del pubblico a cui è destinata. E non sono queste lodi esagerate poiché ultimamente provammo la Prince, in percorso piano ed in ripida salita, e ne restammo totalmente stupefatti, non credendo a noi stessi per le magnifiche prove che ci aveva date.” Le opinioni della critica erano più che lusinghiere ed il giudizio sulla vetturetta era molto buono; essa viene a colmare infatti una lacuna fino ad ora esistente nella produzione automobilistica italiana.
In merito alle prove della piccola vettura, dobbiamo segnalare che la Prince di Carena nel luglio del 1921 si presentò in equipe ad una corsa, la Biella-Oropa. Questo debutto è stato contrassegnato da un pieno successo in quanto le tre vetture Prince partite si ritrovarono tutte e tre all’arrivo occupando il primo, il secondo e il terzo posto. Un trionfo anche perché le tre vincitrici sono vetture “rigorosamente” di serie, quindi identiche a quelle consegnate alla clientela! Questo dimostra che in tutti gli esemplari prodotti troviamo le stesse elevate qualità di rendimento, di velocità e di regolarità. Su “Motori Aero Cicli e Sports” del 15-22 luglio 1921 è scritto che “La Prince è una macchina ammirabilmente calcolata, con un motore…non spinto ad alcun eccesso di regime, ma robusto e redditizio il quale ha agio di far sentire tutto il suo vigoroso impulso su uno chassis leggiero (sic) agile che tiene ottimamente la strada. E il triplice successo delle Biella-Oropa ne fa eloquente testimonianza.”
La vetturetta Prince deve le sue doti al lungo studio e alla profonda esperienza che hanno contraddistinto la sua preparazione, non è stata un’improvvisazione occasionale realizzata per rispondere solo alle particolari condizioni del periodo. Alla base c’è l’attenta progettazione di un tecnico serio e dalle ardite vedute, che non si lascia spaventare dal sopraggiungere della Prima Guerra Mondiale ma continua ad elaborare la sua idea di una vettura duttile ed economica che realizza nel 1921.
Oggi dove era situato lo stabilimento Prince in via Pisa 15, da quale uscivano le vetturette con comode ed eleganti carrozzerie aperte o chiuse o semplicemente gli chassis nudi, cosa c’è?
Una costruzione bassa con un ampio cortile, tutto ben tenuto, un grande cancello e a fianco una targa: “ROSMINI BORSE di Wu Xiujun – Ingrosso Pelletteria”. Gli anni sono passati, i tempi sono mutati, i cambiamenti si susseguono e…all’ingegno, all’originalità ed alla perseveranza imprenditoriale di un torinese si è sostituita la silenziosa ed instancabile laboriosità di una comunità cinese.
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