100 anni di storia Maserati

Ha compiuto cent’anni lo scorso anno (2014) la storica azienda fondata a Bologna dai fratelli Maserati. Dal record mondiale di velocità stabilito da Borzacchini nel 1929 a 246,029 Km orari, al campionato del mondo vinto da Fangio con la 250F nel 1957, fino ad arrivare al lancio della nuova GranTurismo da 405 cavalli avvenuto a Ginevra nel marzo 2007, la storia dell’azienda è costellata di vittorie sportive, progettisti geniali (Alfieri Maserati, Giulio Alfieri, Gioachino Colombo), modelli eleganti e veloci. Ma anche passaggi di proprietà, difficoltà finanziarie, terremoti societari. Oggi è uno dei marchi più di pregio della neonata FCA, Fiat-Chrysler Automobiles e le sue macchine si vendono in tutto il mondo.

 

Il 1° dicembre 1914 nasce a Bologna la Società anonima Officine Alfieri Maserati, un’azienda destinata a rappresentare un ruolo importante della storia e della cultura dell’automobile sportiva. Artefici di questa storia e di questa azienda sono i sei fratelli Maserati, nati a Voghera da Rodolfo e Carolina Losi tra il 1881 e il 1898: sono Carlo, Bindo, Alfieri (che prende il nome di un fratellino morto neonato), Mario, Ettore, Ernesto.

Tutti i Maserati si occuperanno di meccanica, progettazione e realizzazione di automobili, ad eccezione di Mario, pittore, che è ritenuto – seppur non con certezza – l’ideatore del marchio della Casa, il Tridente, ispirato alla statua del Nettuno dell’omonima piazza di Bologna. Il primo ad occuparsi di motori è Carlo che, lavorando in una fabbrica di biciclette di Affori, vicino Milano, progetta un motore monocilindrico per velocipedi che viene, poi, prodotto dal Marchese Carcano di Anzano del Parco, nella sua fabbrica di motociclette. Carlo Maserati corre anche in sella alle biciclette Carcano, equipaggiate col motore da lui disegnato, vincendo alcune corse e stabilendo, nel 1900, il record dei 50 km/h.

Nel 1901 Carlo si trasferisce alla Fiat, in seguito alla chiusura della Carcano, e poi, nel 1903, alla Isotta Fraschini, dove è collaboratore tecnico e collaudatore; alla Isotta fa assumere, a soli sedici anni, il fratello Alfieri. Carlo ha una brillante ma breve carriera perché muore nel 1910, a soli 29 anni.

Alfieri si segnala subito come l’erede spirituale di Carlo. Nel 1908, l’Isotta gli affida una vettura che Alfieri porta al traguardo in quattordicesima posizione, nonostante la rottura del carburatore, al Gran Premio delle Vetturette di Dieppe.

Nel frattempo anche Bindo ed Ettore iniziano a lavorare alla Isotta Fraschini dove Alfieri diviene prima tecnico e poi pilota. Con il fratello Ettore, diventa addirittura rappresentante della ditta in Argentina, USA e Inghilterra, prima di essere chiamato nel 1912 a dirigere, per l’azienda, il servizio di assistenza clienti a Bologna.

Le molteplici esperienze maturate negli anni precedenti generano la convinzione in Alfieri di essere pronto ad esplorare la possibilità di diventare un imprenditore finalmente libero di sfruttare a pieno le sue doti. Nel 1914 Alfieri prese in affitto un locale in via de’ Pepoli nel centro storico di Bologna, che diventa la prima sede della Società Anonima Officine Alfieri Maserati.

Dopo la guerra, la società viene trasferita da Via de’ Pepoli in una nuova sede, alla periferia di Bologna. L’attività principale dei fratelli Maserati, pur rimanendo focalizzata sull’elaborazione delle Isotta Fraschini, inizia ad allargarsi anche su altri tipi di vetture. Alfieri inizia la sua carriera di pilota e esordisce vincendo la Susa-Moncenisio, il Circuito del Mugello e la Aosta-Gran San Bernardo. Vista la sua competenza sia di tecnico che di pilota, la Diatto gli offre di progettare le sue vetture e anche di correre con esse; nel 1924, dopo aver dominato il GP di San Sebastiano, nonostante fosse stato costretto al ritiro, viene squalificato per cinque anni (pena condonata dopo qualche mese) per aver sostituito il due litri della sua vettura con un motore di tre litri.

Lontano dalle corse, Alfieri si dedica completamente al lavoro in officina e, dopo aver chiuso la collaborazione con la Diatto, nel 1926 fa nascere la prima vettura interamente Maserati, la Tipo 26, sulla quale appare per la prima volta il Tridente; la Tipo 26 vince all’esordio, nella propria classe, la Targa Florio, con alla guida proprio Alfieri Maserati.

Nel 1927, con la Tipo 26B, dopo aver ottenuto il terzo posto alla Targa Florio, Alfieri ha un grave incidente alla Coppa Messina; nonostante la forzata assenza del suo fondatore dalle corse, la Maserati vince il campionato italiano Marche.

Nel 1929 viene realizzata la V4, con motore 16 cilindri, che debutta nel Gran Premio d’Italia e che stabilisce a Cremona, con Bakonin Borzacchini, il record mondiale di velocità sui 10 km per la classe C: 246,069 km/h.

Nel 1930, sempre con la V4 e con Borzacchini, arriva anche la prima vittoria assoluta in un Gran Premio, quello di Tripoli. Nel 1931 vengono progettate la 4CTR e la 8C 2500 a trazione anteriore, ultima vettura concepita da Alfieri Maserati, il quale morirà il 3 marzo 1932. Ai suoi funerali, svoltisi a Bologna, parteciperà un’enorme folla.

La morte di Alfieri non scoraggia i fratelli Maserati: Bindo, lasciata la Isotta Fraschini, torna a Bologna per continuare, con Ernesto ed Ettore, la grande impresa iniziata da Alfieri.

L’attività agonistica della Maserati continua intensissima e continua a mietere successi; viene, inoltre, realizzato un motore ad otto cilindri di tre litri. Nel 1933 arriva Tazio Nuvolari, che darà anche un decisivo contributo tecnico, specialmente nel perfezionamento del telaio e nell’adeguamento di questo alle caratteristiche del nuovo motore; Nuvolari trionfa nel GP del Belgio, in quello del Montenero e in quello di Nizza; inizia, poi, il periodo delle competizioni contro Mercedes-Benz e Auto Union, che renderanno la vita difficile alle Maserati nelle corse più prestigiose. I successi tuttavia continuano ad arrivare copiosi nelle gare minori e questo spinge i Maserati ad orientare verso questo settore la produzione dell’azienda.

Nel 1936 i fratelli trovano un mecenate in Gino Rovere, il quale investe molto nell’azienda e fa diventare Nino Farina, pilota e futuro Campione del Mondo di F1 nel 1950, presidente della società. In questo periodo viene prodotta la 6CM che garantisce alla Maserati una grande competitività nel settore vetturette.

Nel 1937 i fratelli Maserati, pur senza trovarsi in difficoltà finanziarie, cedono le azioni dell’azienda ad una famiglia bolognese, gli Orsi. La sede viene trasferita da Bologna a Modena in Viale Ciro Menotti, dove ancora oggi vengono prodotte le vetture del marchio. In questi anni Ernesto ha già progettato i motori 4CL e 8CL che equipaggeranno le omonime vetture alla fine degli anni Trenta. Nel 1939 arriva un’importantissima vittoria alla 500 Miglia di Indianapolis, il 30 maggio, con Wilbur Shaw sulla 8CTF, il quale si ripeterà anche l’anno successivo.

L’accordo prevede che i fratelli mantengano la direzione tecnica con un contratto di collaborazione della durata di dieci anni, e dunque rimangono a Bologna come responsabili tecnici fino al 1948. Con l’arrivo però dei nuovi tecnici, nel 1944 Alberto Massimino e nel 1946 Vittorio Bellentani, il rapporto dei fratelli Maserati con la proprietà comincia a sfaldarsi. Al termine dei dieci anni previsti, dimostrando un’inesauribile forza d’animo, escono dall’azienda che hanno fondato e porta il loro nome, e aprono a Bologna un’altra azienda, la “O.S.C.A. Fratelli Maserati Bologna”, storica fabbrica che dovrà chiudere nel 1966 dopo venti anni di vittorie, successi e sofferenze.

Intanto, anche per la Maserati il dopoguerra è sinonimo di ripresa: inizia la produzione di una nuova vettura GT, la A6 1500 e la A6GCS debutta con Alberto Ascari vincendo il circuito di Modena.

Sono questi gli anni delle competizioni contro le “Alfette”, le Ferrari e le Talbot. Dopo altre vittorie, gli anni Cinquanta iniziano in salita per la Maserati, con le Alfa Romeo e le Ferrari molto competitive nelle gare. Nel 1953 viene assunto come responsabile tecnico l’ingegnere Gioachino Colombo, allievo di Vittorio Jano all’Alfa Romeo e progettista della rinomata 158. Nello stesso anno prende servizio anche l’ing. Giulio Alfieri. Il risultato è che con una modificata A6GCM la squadra – nel frattempo potenziata – torna nella stagione 1953 ad ottenere importanti vittorie, con piloti del calibro di Fangio, Gonzalez, Marimon, Bonetto, de Graffenried. Al Gran Premio d’Italia di quell’anno Fangio vince davanti ad Ascari e Farina su Ferrari, al termine di una battaglia incredibile che si concluse solamente all’ultima curva.

L’ingegner Colombo getta anche le basi per il progetto della Maserati 250F, il quale verrà poi sviluppato da Alfieri. Si tratta di un progetto fondamentale per la storia sportiva della Maserati: la 250F è la vettura con cui Fangio vincerà all’esordio della stagione 1954 il Gran Premio di Argentina e con cui conquisterà nel 1957 (a tre anni dal debutto) il suo quinto titolo di Campione del Mondo, regalando alla Casa del Tridente il primo titolo mondiale di Formula 1.

Nello stesso anno la Maserati annuncia, tuttavia, il ritiro ufficiale dalle competizioni; in realtà non si tratta mai di un vero e proprio ritiro, perché il reparto corse continuerà a costruire vetture da corsa, come la “Birdcage” (entrata nella storia per il suo leggerissimo telaio reticolare, capolavoro di Giulio Alfieri) ed altri prototipi per team privati. Anche l’addio alla Formula 1 non è definitivo, tanto che i propulsori modenesi tornano ad equipaggiare monoposto di altre Case, come la Cooper, per cui verrà realizzato nel 1965 un motore 12 cilindri, tripla accensione, 3 valvole.

La produzione del 3500 GT, altro progetto-capolavoro di Alfieri presentato nel 1958, rappresenta un momento importante, l’inizio di una nuova era per il Tridente, che poterà anche ad un ampliamento degli stabilimenti: la produzione e il mercato divengono gli obiettivi principali e il mondo delle corse resta soltanto marginale. Nel 1962 viene presentata la Sebring e nel 1963 la Quattroporte, la prima berlina Maserati con un motore otto cilindri a V di 90° di 4136 cc di cilindrata.

Nel 1968, la Citroen rileva il pacchetto azionario della famiglia Orsi, e di conseguenza cambia l’assetto societario della Casa modenese, la cui presidenza onoraria rimane comunque al commendatore Adolfo Orsi.

Al Salone di Ginevra del 1971 viene presentata la prima Maserati a motore centrale costruita in serie, la Bora, carrozzata da Giugiaro; occasionalmente, inoltre, la Maserati fornisce motori per auto da corsa e proprio nel 1971 la Citroen SM con motore Maserati vince il Rally del Marocco.

Vengono lanciate la Merak e la Khamsin; nel 1973, però, la “Guerra del Kippur” scatena la crisi petrolifera, provocando all’azienda crescenti difficoltà, anche se inizialmente non insormontabili, tanto che vengono presentati il prototipo della Quattroporte II, carrozzata da Bertone, e la Merak SS.

La situazione, tuttavia, precipita e il 23 maggio la Citroen annuncia che la Maserati è posta in liquidazione (la Casa francese, infatti, aveva stipulato un accordo con la Peugeot e aveva perso interesse per l’azienda modenese).

La pressione dell’Associazione Industriali e dell’amministrazione comunale e provinciale riesce, però, a far intervenire il Governo e la Maserati evita la chiusura grazie all’amministrazione della GEPI (ente statale per il finanziamento delle imprese in difficoltà, a sostegno dell’occupazione): l’8 agosto 1975 viene firmato l’accordo con cui la Benelli acquisisce gran parte del pacchetto azionario della società e Alejandro De Tomaso, personaggio assai discusso, imprenditore-pilota argentino, diviene amministratore del Tridente. Giulio Alfieri nel 1976 lascia l’azienda (per entrare in Lamborghini) e la progettazione della Maserati è trasferita alla De Tomaso Automobili, sotto la supervisione dell’ing. Aurelio Bertocchi, figlio del noto collaudatore Guarino e allievo di Alfieri.

De Tomaso riesce, anche se con difficoltà, a far riprendere l’azienda e, già nel 1976, lancia un nuovo modello, il Kyalami e poco dopo presenta, al Salone di Torino, la Quattroporte III, disegnata da Giugiaro. Grazie a questi nuovi prodotti, già a fine anno la produzione fa registrare un notevole aumento.

Gli anni Ottanta si caratterizzano per la produzione di un nuovo tipo di vettura a costi contenuti e ad alte prestazioni, la Biturbo, che uscirà in oltre trenta versioni diverse, sia coupé che spider, ma le cui prime versioni rivelarono alcune pecche di progettazione che ne compromettono l’immagine.

Il 1993 è l’anno che segna il grande cambiamento per la Maserati: è allora che avviene l’acquisizione dell’intero pacchetto azionario dell’azienda modenese da parte del Gruppo Fiat Auto. Già l’anno successivo viene presentata la prima novità sotto l’egida della Casa torinese, la Quattroporte disegnata da Marcello Gandini. Il 1° luglio 1997 la Ferrari acquista il 50% della Maserati dalla Fiat (il rimanente 50% verrà acquisito ad inizio del 1999): per la Casa del Tridente è l’inizio di una nuova era. Viene costruita una linea di montaggio innovativa, per una nuova vettura, la 3200 GT, presentata al pubblico al Salone di Parigi nel 1998. Disegnata da Giugiaro, la 3200 GT è affiancata nello stesso anno dalla Quattroporte Evoluzione e la produzione sale in poco tempo ad oltre 2000 vetture all’anno.

La completa riorganizzazione della rete commerciale e l’ampliamento dello stabilimento, con la costruzione del nuovo centro direzionale, danno un ulteriore forte impulso al rinnovamento. L’anno successivo, 2001, vede la nascita della nuova Spyder, esposta per la prima volta al Salone di Francoforte, con l’annuncio del prossimo ritorno della Maserati sul mercato nordamericano.

Accanto al ritorno nei mercati più importanti, la Maserati rientra con successo nel mondo delle competizioni grazie alla MC12 (nei campionati FIA GT e ALMS), alla Trofeo (dando vita a due monomarca, in Europa e Brasile) ed alla Trofeo Light (distintasi nel GT Italiano e nella Grand-Am).

Il 2005 si rivela un anno record per la Maserati, suggellato dalla consegna di 5.659 vetture in tutto il mondo, con una crescita del 22,8% rispetto al già fortunato 2004. Grandi soddisfazioni arrivano anche dal reparto corse della Casa di Modena. Sono dodici i titoli Maserati nel FIA GT dal 2005 ad oggi: 2 Coppe Costruttori (2005 e 2007), 4 Campionati Piloti (2006-2009), 5 Campionati a Squadre (2005-2009), 1 Citation Cup (2007), e tre successi assoluti nella 24Ore di Le Mans (2005, 2006, 2008).

Nel 2005, la proprietà della Maserati passa di nuovo dalla Ferrari alla Fiat al fine di sviluppare sinergie industriali e commerciali con Alfa Romeo. La strategia si rivela efficace: nel 2007 il bilancio torna ad essere in attivo. Frutto di un’impostazione produttiva efficace: ad oggi la Quattroporte, dopo il lancio delle versioni spinte dal propulsore 4,7 litri, ha raccolto oltre 56 riconoscimenti internazionali dalle testate più prestigiose; la GranTurismo, la cui gamma è stata recentemente ampliata grazie all’introduzione della MC Stradale, è riconosciuta come una delle auto più belle della sua generazione; infine la GranCabrio, la prima cabriolet della storia Maserati, acclamata dalla stampa internazionale come una delle più belle auto al mondo, ha registrato in ciascuno degli oltre 60 mercati nei quali è commercializzata risultati di vendita pari o addirittura superiori alle attese.

 

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