Una casa torinese assurta a grande marchio europeo, grazie ad una capacità progettuale che l’ha sempre spinta all’avanguardia: servizi elettrici, scocca portante di serie, sospensioni anteriori a ruote indipendenti, motore a V stretta, piantone dello sterzo ad inclinazione variabile, trasmissione inscatolata, portabagagli integrato, linea aerodinamica, sono solo alcune delle innovazioni che hanno fatto di modelli come Theta, Lambda, Aprilia, Aurelia, Flaminia, Delta, e tanti altri, automobili indimenticabili e uniche per raffinatezza estetica e meccanica, eleganza, personalità, sportività.
L’attrice Greta Garbo al volante della sua Lancia Lambda
La Lancia ha incarnato l’essenza del top di gamma all’italiana per molti decenni ma ha saputo anche interpretare il tema della utilitaria di classe. Ora, dopo più di cento anni di storia, l’avanguardia tanto amata dal fondatore Vincenzo Lancia si rivolge all’ambiente, con i modelli Ecochic.
Il fondatore Vincenzo Lancia
La società in nome collettivo Lancia e C. viene costituita a Torino il 29 ottobre 1906 da Vincenzo Lancia, fino ad allora pilota e collaudatore Fiat, e da Claudio Fogolin. Il capitale iniziale di 100 mila lire viene suddiviso in parti uguali tra i due soci. L’attività inizia in uno stabile di via Ormea, precedentemente occupato dall’Itala, con trenta operai.
Vincenzo Lancia, originario di Fobello in Val Sesia (Piemonte), appartiene ad una famiglia dell’alta borghesia sabauda: il padre è proprietario di un’industria alimentare, è un imprenditore coraggioso ed inventivo ed ha al suo attivo alcuni interessanti brevetti, tra cui quello del ghiaccio sintetico. Ogni autunno i Lancia lasciano la residenza di montagna e si trasferiscono in città, a Torino, in corso Vittorio Emanuele 9. Nel cortile di casa vi è una bottega gestita da Giovanni Ceirano per la riparazione e costruzione di biciclette. Il giovanissimo Lancia, contravvenendo ai desideri paterni che lo spingerebbero verso l’avvocatura, è attratto irresistibilmente da quel mondo, tanto più che in breve Giovanni Ceirano passa alla progettazione della sua prima vetturetta, la Welleyes. Quando viene fondata la Fiat, nel 1899, Agnelli propone di acquisire la squadra di Ceirano, compreso il progettista Aristide Faccioli, il pilota-collaudatore Felice Nazzaro e il giovane talento Vincenzo Lancia. Saranno questi il nerbo dei primi anni Fiat. Mentre Faccioli è il progettista delle prime Fiat, Lancia e Nazzaro diventano i piloti ufficiali della squadra corse Fiat: Nazzaro si fa apprezzare per lo stile preciso e raffinato, Lancia per l’irruenza, che presto gli vale la fama di corridore più veloce del mondo, persino oltreoceano.
Vincenzo Lancia corridore Fiat; a fianco, Felice Nazzaro
Per questo, quando nell’autunno 1906 decide di uscire dalla Fiat e fondare una sua propria azienda a cui dà il suo nome, ha già competenza, visione industriale, e soprattutto idee molto chiare.
Nello settembre del 1907 viene presentata la 12 Hp, prima vettura Lancia messa sul mercato, meglio nota come Alfa, e che inaugura la tradizione di battezzare le vetture con le lettere dell’alfabeto greco. A questo iniziale successo, tra il 1908 e il 1910 seguono: la Dialfa, la Beta, dotata di motore monoblocco, e la Gamma, la più veloce tra le prime Lancia. Sono vetture leggere ma compatte, rifinite ma funzionali, rivolte ad una clientela di intenditori di fascia medio-alta.
A gennaio 1911 la Lancia si trasferisce in via Monginevro. I due soci si dividono i ruoli: Fogolin assume la carica di direttore commerciale, Vincenzo quella di direttore generale. Questi attua un programma di consolidamento e sviluppo; viene infatti realizzata una carrozzeria da affiancare all’officina generale e gli operai diventano 390.
Una pubblicità del 1911
Negli anni successivi si realizzano diversi modelli: la Delta, con la versione sportiva Didelta, la Epsilon (1912), la Eta (1913), e la Zeta. Sempre nel 1913 escono il primo autocarro Lancia, l’1Z, e la Theta, prima vettura europea con servizi elettrici per il motorino di avviamento, i fanali anteriori e posteriori, l’illuminazione interna e il clacson. Molte delle vetture sino a quel momento prodotte riscuotono successi nel mondo delle gare automobilistiche, italiane ed estere, cui Lancia decide di partecipare a partire dal 1908.
Una pubblicità del 1912
Durante la Prima guerra mondiale la Lancia conta 600 addetti e diventa stabilimento ausiliario: pur avendo aperto un reparto aeroplani, limitato solo al piano progettuale, è la produzione di autoveicoli ad assorbire la maggior parte delle risorse aziendali. Hanno particolare successo gli autocarri e i camion, vengono realizzati i nuovi Jota e Diota. Nonostante prevalga la produzione di grossi veicoli, l’impresa continua ad essere pubblicizzata quale simbolo di lusso ed eleganza.
Nel 1918 Fogolin si ritira dalla società e il patrimonio aziendale, in costante crescita, passa interamente nelle mani di Vincenzo Lancia.
Nel dopoguerra, nonostante le difficoltà e il bilancio in perdita, viene presentata la Kappa, auto di grande potenza e lusso (piantone dello sterzo a inclinazione variabile). Seguono la Dikappa del 1921, la Trikappa del 1922 e i due autocarri Triota e Tetraiota. Nel 1922 esce anche la Lambda, un vero successo di mercato con i suoi 13 mila esemplari prodotti fino al 1930. E’ la prima vettura al mondo con sospensioni anteriori indipendenti e carrozzeria a struttura portante.
Negli anni Venti prosegue la sperimentazione progettuale di Vincenzo Lancia, che contribuisce all’evoluzione dell’automobile con idee originali e soluzioni avanzate che spesso aprono la strada a innovazioni sostanziali. Tra i numerosi brevetti di casa Lancia, alcuni sono diventati patrimonio comune della tecnica automobilistica, come le sospensioni a ruote indipendenti, il motore a V, la struttura portante al posto del telaio.
A partire dal 1930, la Lancia subisce un calo di vendite ed esportazioni a causa della crisi del mercato. Le perdite sono parzialmente compensate dal successo dell’ultima serie Lambda e dall’elegante Dilambda (1928).
Lancia Dilambda carrozzata torpedo
Negli anni successivi l’azienda attua una politica di differenziazione produttiva. Nascono le vetture Artena ed Astura (che presenta un gruppo motore montato in modo da eliminare le vibrazioni al telaio e quindi alla carrozzeria) e i veicoli industriali per il trasporto passeggeri quali RO, Esajota e Omicron.
Il motore della Lancia Artena
Il motore della Lancia Astura
L’aumento delle vendite si registra però nel 1933 con una piccola vettura a prezzo relativamente contenuto: l’Augusta. Si tratta della prima automobile chiusa a scocca portante al mondo.
Il motore della Lancia Augusta
Nel 1935 viene decisa la costruzione di uno stabilimento a Bolzano, operativo dal 1943, e poco dopo viene prodotta l’Aprilia, una vettura che ha ridefinito i canoni di progettazione automobilistica, con camere di scoppio emisferiche, sospensioni a 4 ruote indipendenti, freni posteriori montati all’uscita del propulsore anziché sulle ruote, carrozzeria aerodinamica a scocca portante. I successi e gli utili registrati non riescono però a celare i primi segni di una saturazione produttiva.
Lancia Aprilia
L’improvvisa morte di Vincenzo Lancia il 15 febbraio 1937 (9 giorni prima della nascita del suo capolavoro Aprilia) priva l’azienda di una guida carismatica. La moglie, Adele Miglietti, subentra come presidente ed amministratore unico della società. Nel 1938 arriva in Lancia Vittorio Jano che riveste il ruolo di progettista leader della casa.
Lancia Aprilia aerodinamica disegnata da Fabio Luigi Rapi
Gli anni della seconda guerra mondiale sono particolarmente difficili: la produzione di auto diminuisce per lasciare spazio ai camion della serie RO adibiti a usi militari. Le limitazioni statali, i bombardamenti e la crisi di materie prime fanno registrare anni di perdita fino al 1945.
Nell’ottobre 1948 la direzione generale passa a Gianni Lancia, figlio di Vincenzo. I problemi societari sono gravi: caduta della produttività, sovraoccupazione, mancata divisione dei compiti tra Torino e Bolzano. Per contrastarli nel 1950 viene proposta l’Aurelia, ancora una volta un’auto che segnerà un’epoca, progettata da Francesco De Virgilio. Prima vettura al mondo con motore a 6 cilindri a V di 60° e con frizione, cambio e differenziale in un unico blocco sull’asse posteriore.
Lancia Aurelia
Nel 1953 viene presentata l’Appia, che però ha scarso successo subendo la concorrenza della Giulietta Sprint. In ogni modo sarà la prima Lancia a superare i 100.000 esemplari prodotti.
In questi anni la Lancia si dedica molto all’attività sportiva. Gianni Lancia, appassionato di gare come il padre, crea una Squadra Corse. Grazie al modello Tipo D del 1953 e l’esordio in Formula 1 con Ascari e Villoresi (1954), la Lancia consegue risultati di rilievo, cui però non corrispondono successi sul piano produttivo. Il sogno di Gianni svanisce presto; nel 1955, dopo un insuccesso al Gran premio d’Europa e la morte, di lì a poco, di Alberto Ascari, l’azienda rinuncia alle corse e dona il parco macchine alla Ferrari. Nel 1955 Gianni Lancia lascia l’azienda e parte per il Sud America.
Le Lancia D50 arrivano alla Ferrari
Le Lancia D50 arrivano alla Ferrari
Nello stesso anno Carlo Pesenti, proprietario della Italcementi, inizia le trattative per il rilevamento della maggioranza azionaria Lancia. Nel 1958 si registra il totale passaggio della Lancia a Pesenti che assume la carica di vicepresidente ma ne delega il comando a Eraldo Fidanza. La crisi aziendale continua: il nuovo modello, la Flaminia, non ha particolare successo e anche i veicoli industriali non riscuotono più molti consensi.
Lancia Flaminia
Fidanza rileva le carenze delle precedenti gestioni e attua un programma di risanamento. Propone una migliore divisione della produzione tra Torino e Bolzano (destinata ora a produrre solo automezzi e bus), la costruzione di un nuovo stabilimento a Chivasso, il rinnovamento dei macchinari e il miglioramento della rete commerciale. Altre azioni intraprese da Fidanza sono i numerosi licenziamenti e l’annullamento di 500 mila azioni, possedute per lo più dai Lancia che escono così definitivamente dall’azienda (1959). Le misure adottate determinano un aumento della produzione e un incremento delle vendite anche all’estero. Tuttavia, nel 1960 Fidanza rassegna le proprie dimissioni in seguito a divergenze con il progettista Antonio Fessia.
Sul piano della produzione, nel 1960 esce la Flavia, prima vettura italiana con trazione anteriore, freni a disco servocomandati sulle 4 ruote, motore a 4 cilindri orizzontali leggero e dall’’ingombro ridotto.
Frontale della Lancia Flavia
Tre anni dopo segue la Fulvia, che riscuote grande successo.
Nel 1964, anno nero per il mercato automobilistico, la Lancia vede crollare produzione e fatturato. La crisi è frutto di errate scelte imprenditoriali che vanificano gli sforzi intrapresi a partire dal 1958. Gli impianti sono infatti usati solo al 66%, sono ancora scarsi i collegamenti tra gli stabilimenti di Torino e Chivasso e l’organizzazione commerciale è carente. Gli investimenti effettuati tra il 1965 e il 1969 non mirano a creare nuovi reparti ma a ultimare quelli già presenti, con grande dispendio di mezzi e risorse economiche.
Nel 1968 muore Antonio Fessia e un nuovo tracollo fa scendere la Lancia al 2,4% della produzione nazionale, ormai superata da Alfa Romeo e Autobianchi. Pesenti, dopo aver avviato contatti con le maggiori case tedesche per la cessione dello stabilimento di Bolzano, è costretto, tra l’ottobre e il novembre 1969, a cedere il pacchetto azionario della società alla Fiat.
Vengono così prodotti i primi modelli sotto il controllo Fiat: la Beta (inedito sistema di sospensione a 4 ruote indipendenti che verrà utilizzato su molti modelli successivi), la Gamma (1976), e soprattutto la Stratos. Questa, presentata come prototipo nel 1970 e prodotta dal 1972, riscuote enorme successo e vince i Campionati del mondo di Rally dal 1974 al 1976. Nel 1979 viene presentata la Delta, destinata a vincere sei titoli mondiali rally consecutivi dal 1987 al 1992.
Lancia Stratos
I modelli lanciati negli anni Ottanta sono la Prisma(1982), poi sostituita dalla Dedra dal 1989, la Thema e la utilitaria Y10. La Thema segna il ritorno il grande stile della Lancia nel settore delle ammiraglie; la Y10 è un altro modello di grande successo, che monta per la prima volta il piccolo e innovativo motore F.I.R.E. Gli anni Novanta vedono il lancio della K (1994) e della Lancia Y, presentata nel 1995. All’inizio del Duemila la Lancia risente della crisi finanziaria che investe il gruppo Fiat che, comunque, vede nel marchio una possibile risposta al mercato dell’auto di lusso. A questo scopo vengono lanciate la Thesis (2002), la Lybra, la più piccola Ypsilon (2003) e le monovolume Musa e Phedra.
Oggi la gamma è costituita dalla New Ypsilon, dalla Delta, dalla Thema e dal SUV Voyager.