Storia, tecnica e stile BMW Isetta 300

La Isetta è una city car (ossia una vettura caratterizzata da ridotte dimensioni, praticità, basso consumo di carburante) prodotta dalla casa automobilistica italiana Iso di Bresso (MI) tra il 1953 e il 1956 e, su licenza, dalla tedesca BMW tra il 1955 e il 1962.

 

 

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Nel secondo dopoguerra l’industriale Renzo Rivolta (impianti di refrigerazione, elettrodomestici) aveva capito quanto mancasse in Italia un mezzo di locomozione accessibile ad una larga fetta di popolazione stremata e impoverita dalla guerra, ma grandemente bisognosa di ricominciare a vivere, a lavorare, a spostarsi.

 

Decise dunque di cimentarsi anche in campo automobilistico, avviando un progetto che privilegiasse la comodità e il comfort dei passeggeri, nonché l’estrema praticità e semplicità. Si affidò a due ingegneri aeronautici: Ermenegildo Preti e Pierluigi Raggi. Le linee generali del progetto furono delineate da Preti, il disegno della carrozzeria fu di Raggi. Il primo prototipo, che prefigurava già il corpo vettura “ad uovo”, la meccanica di derivazione motociclistica, il portellone unico frontale, fu presentato nell’estate 1952.

 

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Aveva tre sole ruote, soluzione che fu poi abbandonata a favore di quattro, di cui le posteriori molto ravvicinate per evitare di dover installare un differenziale (che avrebbe comportato un appesantimento e una complicazione della meccanica). Per il motore fu deciso un monocilindrico a due tempi, 198 cc di cilindrata, da 8 cavalli, poi maggiorato in fase del modello definitivo.

 

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La presentazione ufficiale fu al Salone dell’Automobile di Torino del 1953. Stupì moltissimo l’adozione di uno sterzo solidale con la portiera anteriore, per facilitare l’entrata e l’uscita degli occupanti.

 

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Ma era l’insieme della vettura, così diversa da tutte le altre microvetture presentate, e nel contempo capace di prestazioni di tutto rispetto come una velocità di 85 km/ h, a destare sorpresa e sconcerto.

 

L’Isetta si presentava infatti come una vettura all’avanguardia, sia perl l’originalità del disegno, sia per la razionale disposizione degli organi meccanici. Si trattava, nonostante le ridottissime dimensioni, di una automobile a tutti gli effetti, vivibile e maneggevole. La vetratura era molto ampia e “tradiva” l’apporto dato al disegno da Giovanni Michelotti. Il tetto era in tela, srotolabile, e permetteva la trasformazione dell’Isetta in vettura aperta.

 

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Nonostante la grande sensazione destata alla presentazione, le vendite delusero le aspettative, complice forse un prezzo d’acquisto di poco inferiore alla Fiat 500 “Topolino”. Renzo Rivolta però, già alla fine del 1954, riuscì a stringere un accordo di costruzione su licenza con la prestigiosa casa tedesca BMW, che la costruì tra il 1955 e il 1962, ottenendo grande successo:  in Germania fu l’automobile con motore monocilindrico più venduta di tutti i tempi (161.728 esemplari).

 

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La BMW 250, ossia l’Isetta tedesca, conserva tutte le intuizioni della Iso, con in più un piccolo ma efficace impianto di riscaldamento e i vetri laterali scorrevoli. Dal punto di vista della meccanica, la novità risiedette nell’adozione di un motore a quattro tempi, con cilindrata lievemente ritoccata (245 cc) che giustificò il nuovo nome, e potenza portata a 12 CV.

Il successo ottenuto dalla BMW 250 fu duplice: da una parte la 250 divenne la vettura perfetta per chi poteva già permettersi una seconda auto, mentre dall’altra diventò il veicolo ideale per le masse in procinto di motorizzarsi. In Germania, per le vetture sotto i 50 cm³, esisteva una particolare patente di guida.

 

BMW Isetta 300 1955

Motore monocilindrico  a 4 tempi

Cilindrata 297 cc

Potenza 13 CV a 5200 giri/minuto

Peso 350 kg

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