Ritenuta la prima utilitaria della Casa torinese, era in realtà una vettura non certo accessibile al ceto medio, di cilindrata considerevole e rifinita nella carrozzeria, merito anche del prototipo studiato presso gli Stabilimenti Farina, all’epoca il massimo centro dello stile automobilistico torinese. Di struttura meccanica molto semplice, robusta e affidabile, per la prima volta questo modello presenta il ventilatore collocato dietro il radiatore e comandato da una trasmissione a cinghia.
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